Girlie Gal
Quando la lingerie diventa un atto d’amore verso sé stesse
Foto di Marco Cirillo

Cosa ha significato per me posare per Girlie Gal?
Ho posato per Girlie Gal in un momento in cui la mia vita sembrava aver perso colore:
la perdita di Jack (il mio cagnolino) aveva scavato un vuoto così grande che dentro di me qualcosa si era spento. Era come se fossi morta con lui, non una morte fisica, ma una lenta, gelida sottrazione di forza vitale; la pelle del desiderio si era indurita, la terra dei miei sensi diventata arida.
Quando il lutto resta senza rito, quando non gli diamo parole e corpo, accade che l’eros, quella scintilla che spalanca sul mondo e sulle proprie parti vitali, si ritiri.
La sua assenza racconta una ferita profonda: non ci si sente più desiderabili, non ci si riconosce più come soggetto capace e meritevole di piacere e cura, e questo alimenta silenzi che sembrano eterni.


Indossare questi capi fioriti è stato per me un atto di opposizione gentile alla morte interiore. La lingerie Girlie Gal ha funzionato come piccolo rito corporeo: stoffa che tocca la pelle, fiori che rimandano a un ciclo, linee che richiamano leggerezza.
Non era vanità sterile, era terapia pratica e simbolica insieme.
Ho scelto consapevolmente di vestire la mia rinascita: ogni dettaglio mi ricordava che il corpo può diventare luogo di ritorno all’eros, che il prendersi cura di sé è il primo gesto rivoluzionario dopo un lutto.
Quello che sembrava solo tessuto è diventato terreno fertile: e piano piano la terra arida ha cominciato a fiorire di nuovo.
Dal punto di vista psicologico, questa esperienza è stata una lezione sulla relazione tra lutto e desiderio.
Il dolore non è solo perdita di qualcuno fuori di noi: spesso è perdita di un frammento che regola l’apertura al mondo. Dare spazio a ciò che ci attrae, anche con un gesto piccolo e apparentemente frivolo come comprare e indossare lingerie, può riavviare processi interiori di riconnessione.
È un atto di gentilezza verso il sé che dice: “Puoi ancora fiorire.”
Indossando Girlie Gal ho ritrovato la mia luce, la mia capacità di piacermi.
Mi sono riappropriata di me stessa: bella, vitale, sensuale... viva, finalmente.

Ma cosa vuol dire Girlie Gal?
Ce lo racconta Valeria parlandoci in prima persona del suo favoloso brand
Ad accompagnare l'intervista troviamo anche le mie bellissime colleghe: Anna e Lucia, che hanno posato, come me, per questo set.

Valeria Come racconteresti l’anima di Girlie Gal a chi la incontra
per la prima volta?
Girlie Gal è uno spazio che ti ricorda chi sei. È il coraggio e anche la forza di guardarti allo
specchio e dirti: “mi piaccio così come sono, sono bella, io valgo”.
È forza che nasce dalla
delicatezza.

Qual è la prima immagine o ricordo che ti ha ispirata nel creare i capi che
proponete?
Il periodo del covid ha per me significato un momento di forte introspezione. Ho dovuto
affrontare molte lotte interne che avevo “rimandato”, ho realmente scavato dentro di me. E
quando sono arrivata ad affrontare certi traumi ho sentito il bisogno di condividere quella
sensazione che mi aveva “salvata”. Da quel momento ho iniziato a cercare, sperimentare
e sbagliare e anni dopo sono riuscita a lanciare il brand, non con poche difficoltà.
Ho pensato “se un piccolo pezzo di stoffa può farmi sentire così tanto, allora voglio creare
qualcosa che faccia provare la stessa magia anche ad altre donne.”

Che significato ha per te la parola self-love applicata alla lingerie?
È senza ombra di dubbio uno dei nostri valori. Amarsi per me è rispettarsi e prendersi
cura di sé stesse, come si fa con le amiche più care. La lingerie ha giocato un ruolo centrale nel darmi la spinta per agire, cosa che risulta molto difficile quando senti che il
mondo ti sta crollando addosso. A volte, ecco, ti lasci andare. Perché è più facile e meno doloroso accettare la condizione del momento piuttosto che lottare per cambiare le cose.
In un periodo molto buio della mia vita, comprare lingerie era l’unica cosa che facevo solo per me stessa.
Ed è stato un atto di grande rinascita. Per questo spero di trasmettere gli
stessi valori di amore e cura per sé stessi con Girlie Gal.

Quali materiali usate più spesso e perché li avete scelti?
Attualmente utilizziamo tulle ricamato, satin e pizzo.
Non sono solo materiali belli da
vedere, ma anche comodi da indossare: ogni completo è stato testato da me
personalmente, per assicurarmi che ci si senta davvero a proprio agio.
Il satin avvolge la pelle con morbidezza e leggerezza, mentre il tulle ricamato è delicato, floreale e leggermente “sognante”.
Li scegliamo sempre con un unico obiettivo: unire comfort e bellezza, perché secondo me le due cose devono andare sempre di pari passo.

Avete accortezze per la sostenibilità o piani per introdurle?
Attualmente stiamo lavorando su più fronti per migliorare l’intero processo di produzione dei capi e, anche se non posso ancora spoilerare molto, posso dire che il 2026 ci vedrà protagonisti di tante novità, sia dal alto dei materiali che dal lato della produzione.

Fino a quali taglie arrivate e come lavorate per includere corpi diversi nel vostro
design?
I modelli attuali arrivano fino alla 2XL per le mutandine e i reggicalze e alla 6ª coppa C per i reggiseni.
Stiamo strutturando le prossime collezioni in modo da ampliare il range taglie e non escludo che mi piacerebbe introdurre il servizio su misura, così che ogni donna possa
sentirsi perfettamente rappresentata. Spero in futuro di poter implementare questa parte.

Puoi raccontare l’ispirazione specifica dietro i capi che hai lasciato per il
servizio fotografico? Hanno un nome o una storia?
Per lo shooting con Marco abbiamo scelto il set Gara nelle colorazioni viola e blu, il set Lina, il set Gaia ed il set Damaris. Gara, Lina e Gaia appartengono alla collezione Bloom, il secondo capitolo di Girlie Gal,
che racconta come una donna consapevole possa fiorire e risplendere.
L’identità di Girlie Gal si sviluppa attraverso i suoi capitoli, come un percorso che accompagna ogni donna verso ciò che la fa sentire davvero bene. I nomi dei modelli, Gara e Lina, hanno un significato speciale: alla fine dello shooting ho fatto scegliere un set a ciascuna modella, quello che le rappresentasse di più. Poi ho rivelato che il set avrebbe preso il loro nome e gliel’ho regalato. Ci tenevo che si
sentissero parte del progetto e devo dire che è stato un momento molto emozionante, si è creata un’energia pazzesca.
Damaris, invece, fa parte della collezione Embrace, il capitolo in cui ci si accoglie per come si è, con le proprie imperfezioni che diventano parte della nostra perfezione.
Il nome ha origini greche e diversi significati, e per me rappresenta una donna in equilibrio: gentile
ma forte, capace di armonizzare dolcezza e determinazione.
Damaris è una donna che ha
abbracciato il suo vero io.
Quindi, Bloom parla di rinascita, dei momenti in cui ti rialzi più forte di prima; Embrace è un invito ad accoglierti e amarti anche nei giorni più difficili

Quale emozione vorresti che chi indossa quei capi provi,
e come consigli di
abbinarli?
Io vorrei che ogni donna si sentisse realmente bella.
Quando sei consapevole di quanta
bellezza hai, non c’è nulla che può distruggerti perché sei sicura della tua luce.
Vorrei che un piccolo gesto come acquistare qualcosa per te stessa possa ricordarti di quanto splendi, farti sentire sicura nella tua pelle.
Io personalmente mi diverto molto a creare outfit usando la lingerie anche per uscire, per me reggiseno o bustier/ body sotto un blazer sono
un must, ti risolvono l’outfit facilmente e ti danno immediatamente un tocco ricercato e sofisticato. Consiglio di abbinare sempre il reggiseno con una bella collana per enfatizzare lo scollo, oppure con degli orecchini che matchano la vibe del set, soprattutto se si intravede leggermente e crea quel “vedo-non-vedo” che eleva immediatamente il tuo look.

Che cura richiedono i capi?
Sono delicati, come noi. Vanno lavati a mano con detergenti specifici per tessuti delicati e conservati e piegati con cura, lontano da materiali che possano danneggiarli.
Da evitare assolutamente l’asciugatrice, per non compromettere forma e tessuto.
Tutte le indicazioni
di lavaggio sono riportate sulle etichette di ogni capo.
Vanno pensati come piccoli gioielli di stoffa, da trattare con attenzione e amore.

Che cosa cerchi in una collaborazione con fotografe/fotografi e modelle? Cosa ti
convince a dire “sì” a un progetto creativo?
Cerco autenticità.
Non mi interessa la perfezione “patinata”, ma la capacità di raccontare
una storia vera, con sensibilità e cura. Quando sento che c’è un reale allineamento di valori, so che sarà una collaborazione giusta.
Valuto molto anche il lato umano. Per me è fondamentale che ogni persona che collabora con Girlie Gal condivida gli stessi valori e si
senta libera di portare la propria voce. Mi piace sempre confrontarmi personalmente con il fotografo, per capire il suo stile e cosa vuole comunicare, così che il suo messaggio possa armonizzarsi con il nostro.
Allo stesso modo, siamo selettivi nelle collaborazioni: abbiamo rifiutato proposte che non rispecchiavano la nostra visione, e continueremo a farlo. È un modo per proteggere lo spirito con cui è nato Girlie Gal e per rispettare il progetto che ho costruito.

Com’è stato lavorare con noi?
Cosa ti ha colpito del risultato o del set?
Marco è stato fin da subito molto disponibile e aperto all’ascolto, mostrando grande
professionalità. Per questo ho deciso di lasciargli carta bianca nella scelta delle modelle:
ho subito sentito che fossimo sulla stessa lunghezza d’onda. E infatti non ha sbagliato: tu, Lucia e Anna siete state fantastiche!
Un ringraziamento speciale va a te, Ester, per la tua
incredibile disponibilità e apertura.
La tua energia e la capacità di metterti in gioco con naturalezza hanno reso tutto più semplice e piacevole, senza mai perdere professionalità.

Come descriveresti il tuo pubblico ideale?
Che tipo di messaggio vorresti che ricevesse da Girlie Gal?
Sono donne curiose, audaci, che hanno voglia di sentirsi bene con sé stesse. Donne che hanno superato grandi tempeste o che le stanno affrontando, sono grandi donne.
A loro voglio dire: non c’è niente di sbagliato nel volersi scegliere, ogni giorno, passeremo tutta la
nostra vita con noi stesse, è importante mettersi al primo posto.
Non dimenticare mai il tuo
valore; la bellezza, quella vera, salverà il mondo.

Quali canali funzionano meglio per voi e perché?
Hai un consiglio pratico per chi costruisce una community di nicchia?
Instagram resta il nostro canale principale, perché ci permette di raccontarci in modo visivo ed emotivo. La newsletter, a breve, diventerà come una lettera privata per le nostre clienti, un piccolo spazio in cui portare valore e calore a chi ci segue.
Abbiamo appena riaperto il nostro profilo TikTok, dopo un ban ingiustificato che ci ha costretto a ricominciare da zero, e non vediamo l’ora di far sentire di nuovo la nostra voce anche lì.
Piccola novità:
abbiamo aperto anche i canali di comunicazione in spagnolo, un traguardo di cui sono
davvero orgogliosa.
Il mio consiglio a chi vuole costruire una community è semplice: non cercare di piacere a tutti. Parla a chi ti capisce davvero e prova a fare la differenza anche solo per una persona: se ci riesci, sei già sulla strada giusta.

Che ruolo hanno le recensioni e i feedback delle clienti nello sviluppo dei nuovi
modelli?
Immenso. Ogni commento, recensione o messaggio ci aiuta a migliorare. A volte sono proprio loro a darci l’idea per un nuovo dettaglio o modello.
Presto il programma ambassador ci permetterà di capire ancora meglio le esigenze della nostra community.

Dove vedi Girlie Gal
tra tre anni?
Girlie Gal sarà una community internazionale, riconosciuta non solo per i capi, ma per il messaggio che porta: libertà, forza e self-love.
Sarà un progetto che esplora diversi ambiti di cura e benessere, creando uno spazio dove ogni donna si senta valorizzata e supportata.

Ci sono nuove collezioni o progetti in cantiere che puoi anticipare?
Sì, stiamo lavorando a nuove linee con più taglie e silhouette, e anche a progetti per vivere l’esperienza Girlie Gal oltre il prodotto.
Non posso dire di più purtroppo in questa fase, ma piano piano sveleremo tutto.

Qual è la tua «routine» o piccolo rito prima di disegnare un capo?
Metto musica, chiudo gli occhi e penso all’emozione che vorrei trasmettere. Poi inizio a tradurla in linee e dettagli. L’ispirazione arriva davvero da ogni cosa e non vedo l’ora di farvi vedere cosa stiamo creando.
Alcuni dei modelli attuali non sono stati disegnati interamente da noi, ma ci hanno insegnato moltissimo e ci hanno permesso di crescere.
I prossimi capi, invece, saranno completamente nostri: un passo avanti nella nostra visione, con dettagli e design che raccontano pienamente l’anima di Girlie Gal

Se Girlie Gal fosse una donna mitologica, chi sarebbe e perché?
Sarebbe una donna vera: con luci e ombre, che sbaglia e si rialza, che ride forte e ama senza paura. Sa prendersi cura di sé, celebra ogni traguardo e invita chi la incontra a fare
lo stesso: scegliere sé stessa, sempre. Potrebbe essere un mix tra Artemide, Afrodite e Persefone.

Se potessi dire qualcosa alle donne che leggono il questo articolo, qual è la frase
che vorresti che portassero con sé?
Non aspettare che qualcuno ti scelga.
Scegli te stessa, sempre.
Se dovessi descrivere Girlie Gal in una sola frase-manifesto, quella che metteresti su un muro in grande, quale sarebbe?

Indossa il tuo potere, ogni giorno.
Scopri i completini indossati dalle modelle
Lucia con set Gara Viola
Anna con Set Gara Blu
Anna e Lucia con set Damaris
Girlie Gal non è solo lingerie, ma una vera e propria filosofia di empowerment e crescita personale. Ogni capitolo è una tappa di un viaggio che accompagna le donne a riscoprire il loro potenziale, abbracciare la propria unicità e celebrare la loro forza interiore.