Lilith

La prima donna.
Non nata da una costola, ma forgiata dalla stessa terra di Adamo. Uguale, eppure inaccettabile. Non docile, non piegata, non silenziosa.
Quando le imposero sottomissione, scelse l’esilio. Quando le chesero obbedienza, preferì il fuoco della conoscenza.
Nel 1887, John Collier ne cristallizzò l’essenza sulla tela: una creatura enigmatica, avvolta in un abbraccio di serpente, sguardo inafferrabile, simbolo di un’energia femminile indomita.
A questa visione si ispira il mio set, in cui un pitone di peluche
– che ho reso poi vivido con l’IA in Photoshop –
si intreccia al corpo, divenendo metafora di qualcosa di ben più antico e profondo.

Lilith incarna il coraggio di attraversare le proprie ombre,
di riconoscerle e integrarle per evolvere.
La sua forza è tale da essere percepibile a distanza,
come un’aura di magnetismo inarrestabile.
Ma cosa c’entra il serpente?


Ci hanno insegnato che è tentazione, peccato.
Certo, se guardiamo con gli occhi di chi ha voluto ridurre la donna a un essere mesto, silenzioso, esistente solo per soddisfare l'uomo,
allora sì: il serpente è la subdola seduzione, il peccato mortale.
Ma se esaminiamo correttamente la simbologia del serpente,
ci accorgiamo che racchiude concetti di grande valore,
come ad esempio, i suoi movimenti sinuosi e affascinanti,
simili a quelli di una donna.
Ma il serpente viene forse giudicato male per il suo modo di muoversi?
No, è nella sua natura.
Non si tratta di magia, stregoneria o lussuria,
è semplicemente un serpente.
Non viene condannato al rogo,
non viene apostrofato con termini quali "meretrice",
né viene violato per la sua sensualità.
È necessario fare attenzione al serpente:
basta un gesto indesiderato e la morte del molestatore si manifesta con un morso.
Possiamo quindi affermare che il serpente è in sé un invito per la donna ad essere sé stessa, a rispettare sé stessa, ad esercitare il proprio fascino senza temere le conseguenze. Dovrebbero essere gli sgraziati molestatori a temere qualcosa!

Il serpente cambia pelle, e questo è ben noto.
Simbolicamente, rappresenta la morte e la rinascita:
un continuo processo di trasformazione.
È in questo passaggio che si riafferma il concetto di affrontare il dolore per poter evolvere, per essere sempre la versione più autentica di sé nel presente.
Anche se può sembrare un concetto evidente,
affrontare il lutto di sé stessi, di ciò che non siamo più,
di ciò che non esiste più e che non ci appartiene più,
non è affatto semplice.
Il serpente è libertà.
È un invito a liberarsi dal peso della vecchia pelle,
della vecchia identità,
dai giudizi, dalle credenze e dagli schemi che ci limitano.


Inoltre, il serpente è simbolo dell'energia maschile.
Da secoli è stato associato al membro genitale maschile,
ma qual è il significato profondo di questa connessione?
Il serpente rappresenta l'archetipo dell'impulso primordiale,
il desiderio e la spinta creativa che scaturiscono dall'inconscio.
Il suo movimento sinuoso e la sua capacità di rinnovarsi con la muta, simboleggiano il potere trasformativo dell'energia maschile, capace di fecondare non solo fisicamente, ma anche mentalmente e spiritualmente.
L'uomo è colui che porta in sé il seme della vita, ed è lui a immettere, a compiere l'azione fecondante, che rappresenta l'attuazione di un'idea o di un desiderio nel mondo materiale. Questo impulso maschile, quando ben orientato, è ciò che permette l'innovazione
e la creazione, dando forma a ciò che prima esisteva solo come potenzialità.
Perciò, il serpente rappresenta un'energia attiva, non passiva,
un'energia che porta nuova vita.
La sua energia attiva è ciò che permette di affrontare il cambiamento, di rompere gli schemi e di evolvere, portando con sé la promessa di rinnovamento.
Il serpente è libertà anche in questo senso, poiché solo un'energia attiva può orientarsi verso il cambiamento, e solo cambiando (pelle) è possibile vivere in modo autentico e libero. La trasformazione che il serpente rappresenta è quella che avviene nel profondo dell'inconscio, dove ogni cambiamento è specchio di una rinascita psicologica,
un rinnovamento della propria essenza e del proprio modo di essere nel mondo.
Se la donna è stata spesso associata alla tentazione,
allora perché Lucifero viene rappresentato come serpente?
Perché Lucifero è (in quanto uomo), appunto, portatore del seme.
Non seme del peccato
ma seme della conoscenza, della consapevolezza,
DELL'AZIONE.
Quell'azione che spinge a scendere negli Inferi per poter morire e rinascere a nuova vita.

Per concludere,
ritornando al dipinto di John Collier, vediamo nella sua opera,
l'apoteosi dell'equilibrio tra l'essenza femminile e quella maschile.
Un'armonia di amore e integrazione,
di accoglienza e fusione, che porta alla pace della mente e del cuore.
L'opera ci parla di consapevolezza.